
Imprenditore: Vossignoria, se non v'è d'uggia, potreste dirmi come mai non vi scostate da tre ore e mezza da codesta seggiola?
Petrarchista: Leggo.
Imprenditore: Immagino ben quali ne siano a voi i profitti, se vi profondete in codesto ufficio tutto il dì e talvolta anche la notte, e con che zelo!
Petrarchista: Già.
Imprenditore: Che genere di profitti? Ditemi, ve ne prego! Trattasi forse di gioielli?
Petrarchista: Certo che no.
Imprenditore: No? Meglio, dunque? Forse è di grandi somme di danaro che si parla?
Petrarchista: Danaro? Nemmeno per ischerzo!
Imprenditore: Ma, di grazia, che v'è di guadagno in codesto studio? Son forse donne? Regali? Prelibatezze?
Petrarchista: No.
Imprenditore: Ma certo dev'esser qualche specie di mecenatismo! Ditemi, chi - lodato ne sia ed ammirato! - vi ospita e vi mantiene tanto gentilmente da spingervi a codesto obbligo onustissimo?
Petrarchista: Nessun obbligo mi spinge a tanto ufficio.
Imprenditore: Cosa, dunque, a ciò v'induce, per la bontà del Cielo?
Petrarchista: E' una quistione d'umanità.
Imprenditore: Umanità? Non vi seguo. In che senso?
Petrarchista: Ciò ch'io leggo è l'umanità che in me risiede. Leggo il senso della bellezza e ivi mi specchio.
Imprenditore: L'avevo detto che si trattava di donne! Perché negare? Vossignoria sa quanto lungi da me possa esser il proposito di farne parola con altri. Dunque è la lettera d'una donna! Non vi spiaccia di dirmi chi è: quando è di notti d'amore che parlasi non riesco a rattenere la curiosità!
Petrarchista: Chi ha parlato di donne? E' di un uomo che leggo.
Imprenditore: Un uomo? Anche voi quell'orribile devianza!
Petrarchista: Si chiamava Francesco Petrarca. Nei suoi versi compìti ha racchiuso il suo forte sentire per donarne l'emozione a noi, che riviviamo il ritmo del suo respiro recitandone le parole eterne.
Imprenditore: Che sorta di perversione è mai questa?
Petrarchista: E' la letteratura.
Imprenditore: La letteratura?
Petrarchista: Certo, mio caro, la letteratura. E' quell'immensa risorsa di esperienze di vita che gli uomini si trasmettono l'un l'altro, e attraverso cui ci è possibile scandagliare l'animo nostro ed imparare a conoscere le nostre emozioni, comparandole a quelle altrui. Anzi, vi dirò di più: la letteratura mena con sé tutta una serie di complicazioni filosofiche e sfumature di senso che fanno da strumento ad una visione del mondo, della vita, della storia sempre più profonda e consapevole.
Imprenditore: Temo di non capirvi, signore. Certo, che bella fregatura dev'essere codest'ufficio di cui parlate, se non vi porta neppure del pane di cui disporre a stornar la fame!
Petrarchista: In realtà, sono stipendiato per insegnare queste cose a giovini con la mia stessa passione.
Imprenditore: Bene! Allora è per questo che lo fate!
Petrarchista: Nient'affatto. Me ne sono occupato per anni, quando ancora non mi pagavano, e intanto svolgevo anche altre occupazioni più redditizie, che provvedessero a sfamar questa.
Imprenditore: Voi siete stato un bel fesso, lasciatevelo rimproverare! A che pro tutto codest'affanno se poi neppure se ne empie la tasca?
Petrarchista: Nella letteratura ricerco la bellezza, tento di colmare quell'assenza di significato ch'è nelle favelle inconsistenti dei politicanti e nello spettacolino di commedianti e veline in tutta la loro turgida vacuità. L'arte, la letteratura, la filosofia servono a discoprire la vita sotto aspetti sempre nuovi, che permettono, al risveglio del mattino, di provare il piacere della luce del sole che gratta la fronte assonnata. Nei versi d'un poeta v'è il rumore della pioggia, l'anima del cielo si sostanzia in un sussurro delicato. Parlo di quei fondamentali mezzi creativi mediante i quali l'uomo esprime il proprio essere uomo, di volta in volta diverso, a seconda delle epoche, dei luoghi, delle culture e anche, talvolta, dell'umore del momento. Il mio riconoscermi in quelle sensazioni, rinnovellate in una foggia assai variata e strana, la dolcezza cantilenante di un sonetto, la musica che suona quelle rime e il tepore di parole secolari, eppure così vive, così pure... vale forse questo un pugno di danari? I danari saran d'uopo a campare, ma campare non è lo stesso che vivere.
Imprenditore: Diavolo d'un comunista! Con codesta voce esaltata mi spaventate! E' forse vostro proposito quello di estorcermi del danaro? Sapete che non mi lascio prendere in giro! So bene a che servono le belle parole, ma pensavo che tra galantuomini se ne potesse far a meno. Di certo non vi aspetterete che io vi paghi per star tutto il giorno su dei libri a perder tempo! L'Economia non si giova minimamente di codesti diletti puerili e oziosi. Il tempo è danaro, e voi lo scialacquate così! Vi par forse responsabile codesto contenimento?
Petrarchista: Per voi tutto è danaro! Ogni uomo, a seconda dei casi, un acquirente o un centro commerciale. E la vita? Vi par forse di vivere in eterno?
Il petrarchista esce dal locale. L'uomo d'affari resta impassibile per pochi attimi, poi trova distrazione nell'apparecchio televisivo. Si siede sorseggiando un caffé a capo chino, gli occhi rivolti allo schermo colorato.
3 commenti:
Cade a fagiolo. Grazie :)
Mi fa doppiamente piacere che una cosa che faccio con piacere rechi piacere/utilità a qualcuno :) Grazie a te!
Hai uno stile un po' troppo sbilanciato tra il forzosamente arcaizzante e l'eccessivamente colloquiale... perché non ci lavori un po'? ;)
Enrico.
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