2010-09-13

"Sui giovani d'oggi ci scatarro su"


Zoe aveva vent’anni.

C’era tempo per la paura di perdere un lavoro sottopagato.

Aveva una vita per questo.

Aveva vent’anni ed ardeva di quella inconsapevole bellezza di chi ancora pensa che per il mondo, si possa fare qualcosa.

Lei, come tanti - pensava.

E allora, scarpe logore a cortei anche fuori Fishville, per commemorare con bandierone al vento e facce contrite per gli eroi che erano stati.

Lei, come tanti - pensava.

E allora, indignazione, rabbia.

Un giorno, Zoe di FishVille, paesello al confine con il mondo proibito che ripudiava e disprezzava ( - lei, come tanti- pensava) udì uno strano mormorio, sottofondo di slogan come “la libertà è sacra”, “viva la legalità”.

Era un brusio fastidioso.

D’un tratto un tizio incappiato in una cravatta dai toni tenui s’era fermato di fronte alla folla urlante e recalcitrante di quel corteo.

Abbassando gli occhiali, con il giornale ancora sotto braccio, guardava ad uno ad uno quei ventenni delle prime file.

Ed il suo sguardo, sembrava toccare ogni presente, penetrarlo, zittirlo.

Con rassegnazione biblica, le acque del corteo si divisero in due, per far passare il profeta.

Le bandiere smisero di sventolare.

Zoe, continuava ad urlare, aveva vent’anni. Non capiva.

Con fare interrogativo chiese al suo vicino chi fosse quel tizio.

Non ebbe risposta né a questa né alle domande successive.

Zoe, continuava a non capire.

Il giorno dopo, tutto era come prima, solo che di quella manifestazione non si parlò più. Si erano tutti sparaflashati il cervello, come se sul serio non ne avessero memoria.

I poster dei grandi eroi sempre appesi nelle sale riunioni e stampati in technicolor sulle magliette.

Sempre gli stessi slogan bofonchiati o urlati.

Tutto era come prima.

Solo che, quando in un volantino lesse “ E' arrivato il vento del cambiamento...” Zoe, non riuscì che a sentire tanfo di carcasse in putrefazione.

Quello fu il momento esatto, il preciso istante, in cui capì che la sua terra non aveva speranze.



“Il denaro, il potere porta gli uomini a gesti spregevoli.

Per loro natura le nuove generazioni si oppongono, in un processo quasi scontato che si ripete da millenni.

Si oppongono per poi, in maturità, dimenticarsene e per la maggior parte, trasformarsi da vittime in carnefici.

E' così che va il mondo. Anzi, che andava.

Questa regole è stata irrimediabilmente spezzata.

La mia generazione è una generazione pingue di slogan da supermercato e di bandiere di uomini che con ogni probabilità non fanno che girarsi e rigirarsi vorticosamente nella tomba, nella triste coscienza di essersi sacrificati per dei quaquaraquà.

La mia generazione si vende, anzi si svende.

E lo fa col sorriso come quando si è già vecchi e compromessi.

Solo che la mia generazione non ha l’alibi della vita che ti devia perché la vita, non l’ha ancora vissuta.

Il “giusto” predicato in tutte le salse per tre volte al giorno - ore pasti, è vuoto, non esiste.

Figurarsi il “Giusto”.

In questo marasma di “anime belle solo quando non c’è da sporcarsi le mani”, forse, qualcuno potrebbe salvarsi, ma si trova in una condizione di solitudine e di isolamento mai avvenuta nella storia.

Sono vissuta in un paese che mi sembrava più libero di quanto lo fosse cinquanta anni fà.

Pensavo di essere fortunata, ero stata generata da una terra buona.

Non è così.

Qui a Fishville, gli uomini assetati di potere ed i giovani si somigliano, si confondono, si fondono.

Il predatore mangia le prede.

Ed, io, a questo, mi opponevo.

Fino a quando la consapevolezza del cannibalismo tra prede ha preso il sopravvento.

Le carcasse rimangono, ed il puzzo io lo sento.

La ventata di aria fresca, forse la sentite voi: magari è questo che si sente dopo aver ucciso qualcosa e prima o poi, anche qualcuno, “una ventata di aria fresca”

Chissà.”

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